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Jean-Claude Hollerich, Presidente dei vescovi UE: "Padre Georg ha tradito tutti. Un papa emerito? Mai più"

Monsignor Holleric, vicino a Bergoglio: "L’entourage di Ratzinger ha fatto male alla Chiesa". Ieri Francesco è tornato a parlare di omosessualità: "Non è un crimine. Criticatemi, ma in faccia"

 Di Giovanni Panettiere • 26 Gennaio 2023 • Quotidiano Nazionale

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Avrebbe dovuto essere "l’ombra" di Benedetto XVI, come si addice al segretario di un Papa, anche emerito. E invece monsignor Georg Gaenswein non solo ha cercato "le luci della ribalta", finendo per tradire Ratzinger e la sua memoria, ma ha anche "voluto sostituirsi a papa Francesco e questo è un fatto molto grave". Ad ascoltare il cardinale Jean-Claude Hollerich, che riconduce a soggetti vicini a Benedetto XVI l’alimentarsi ad arte di contrapposizioni fra i due Papi – non volute da entrambi –, si percepisce con forza come gli strali del prefetto della Casa pontificia ai danni di Francesco abbiano lasciato un segno profondo nella Chiesa, mai come ora immersa, dopo la morte di Ratzinger, nella contrapposizione fra progressisti e conservatori. Scelto da Francesco per guidare il prossimo, complesso, Sinodo dei vescovi, l’arcivescovo del Lussemburgo e presidente dei vescovi della UE, non vede all’orizzonte un passo indietro di Bergoglio. E boccia l’ipotesi di un nuovo Papa emerito: "Troppe tensioni e confusioni su chi sia il regnante".

Eminenza, con la morte di Benedetto XVI Francesco può procedere in maniera più spedita sulla via delle riforme?

"Alle volte si ha l’impressione che sia frenato da qualcuno nel decidere, ma non è cosi. Lui cerca la conversione delle persone, lascia cioè il tempo alla gente di confrontarsi e, solo quando comprende non vi siano ostacoli, assume una decisione".

In futuro ci sarà ancora un Papa emerito?

"Francesco ha chiarito che, se dovesse rinunciare al suo ruolo, si farebbe chiamare “vescovo emerito di Roma“ e non vestirebbe più di bianco. Questo è un accento diverso rispetto al recente passato".

Condivide un simile indirizzo?

"Sì, ritengo sia un titolo meno problematico rispetto a quello di Papa emerito. Comporterebbe certamente meno tensioni e confusioni su chi sia il regnante".

Bergoglio rinuncerà a breve?

"È vero che il Santo padre ha dichiarato di essere pronto a lasciare il posto ad altri, qualora non fosse più nelle condizioni per esercitare il suo ruolo, tuttavia non siamo a questo punto. Ha anche precisato che si fa il Papa con la testa e non con le ginocchia. E la sua mente è ancora lucida, per fortuna".

Nella Chiesa, però, c’è chi non aspetta altro che un suo passo indietro, anche nel novero di vescovi e cardinali...

"Sono le stesse persone e gli stessi ambienti che hanno paura del Sinodo e di una Chiesa in cammino, non più bloccata nel passato. In verità lo sanno che non riusciranno a fermarla".

Davvero il rapporto fra i due Papi è stato all’insegna dell’affetto e del rispetto reciproco?

"Ogni volta che Benedetto XVI incontrava papa Francesco era felice. In un’occasione ne sono stato testimone diretto, ricordo il grande sorriso di Ratzinger".

Eppure non è certo mancato chi ha continuato a vedere in Benedetto XVI il vero Papa e ad alimentare tensioni in chiave anti-Bergoglio.

"Ratzinger, una volta divenuto emerito, ha detto chiaramente che si sarebbe ritirato in preghiera. Non è stato lui a creare fibrillazioni, ma altri a lui vicino hanno fatto circolare suoi interventi e lettere da porre in contrapposizione a certe scelte di Francesco, da loro non condivise. Questo è un modo disonesto di vivere la Chiesa".

Che cosa ne pensa degli attacchi di monsignor Georg Gänswein a papa Francesco a funerali di Ratzinger non ancora celebrati?

"Chi rappresenta la Chiesa è il Papa, non il prefetto della Casa Pontificia. Gaenswein si è sovraesposto, ha voluto sostituirsi a papa Francesco e questo è un fatto molto grave".

Ritiene abbia anche finito per tradire Benedetto XVI e la sua memoria, considerando che quest’ultimo ha cercato la concordia col successore?

"SÌ, io resto convinto che chi fa il segretario di un Papa deve essere la sua ombra sempre e non cercare le luci della ribalta".

A questo punto pensa che Gänswein possa ancora lavorare in Curia?

"Non sta a me decidere, la decisione è nelle mani del Santo padre".

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