Passa ai contenuti principali

Beatitudini, il «codice di santità del battezzato» (Angelo De Donatis)

Nel terzo incontro del ciclo dedicato all’esortazione apostolica Gaudete et exsultate, il cardinale vicario De Donatis ha parlato di un Dio che decide «lucidamente» di dimenticare i nostri peccati

https://www.romasette.it/wp-content/uploads/gaudete-et-ecsultate-10-dic-18.jpg
Le beatitudini, ovvero la rotta da seguire per diventare santi. Proclamate da Gesù in Galilea rappresentano la «carta d’identità del cristiano» come le definisce Papa Francesco. Tre delle otto beatitudini enunciate nel Vangelo di Matteo sono state al centro del terzo incontro dedicato all’esortazione apostolica di Bergoglio “Gaudete et exsultate” svoltosi ieri sera, lunedì 10 dicembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Organizzata dalla diocesi di Roma per l’anno pastorale in corso, tema della catechesi è stata “La scala della felicità. GE 65-94. San Francesco d’Assisi: Nell’umiltà la grandezza”. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con la Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur).

 Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha rimarcato che la santità è «una chiamata rivolta a tutti» ma per accoglierla bisogna entrare in una relazione d’amore con il Padre e «affermare che Colui che chiama è Colui che dona». In quest’ottica le beatitudini raffigurano il «codice di santità del battezzato». Beati i poveri, beati gli afflitti e beati i puri sono i primi tre pioli da salire sulla scala che conduce alla felicità. Una felicità che il mondo definisce «paradossale» ha spiegato il porporato perché «non si identifica immediatamente con la realizzazione di sé, con il successo nella propria esistenza, con il soddisfacimento di tutti i propri desideri» ma matura nel tempo in una relazione di fiducia e abbandono.

 Per intraprendere questo cammino bisogna quindi oltrepassare la porta della povertà evangelica ha proseguito il cardinale analizzando la prima beatitudine insegnata da Cristo vicino a Cafarnao, quella che riguarda “i poveri in spirito”. “Beati gli afflitti” sono un altro paradosso per la società odierna nella quale «ci affliggiamo per tante cose, poco dei nostri peccati – ha aggiunto De Donatis –. Viviamo nella società dello scandalo per cui il male deve far parlare. La ricerca mediatica del capro espiatorio è diventata la cifra della comunicazione contemporanea e il mondo ecclesiale non è esente da questa dinamica». Ma l’afflizione reale è quella che permette di guardare alle conseguenze dei propri peccati «con lucidità» consapevole che «c’è un Dio che lucidamente decide di dimenticarli».

Infine il cardinale si è soffermato sui “beati i puri di cuore”, intesa nel fare le cose per amore di Dio. «Qui ci vorrebbe un serio esame di coscienza ecclesiale – ha concluso – quante cose belle facciamo, ma quante cose compiamo per essere ammirati dagli altri».

(fonte: Avvenire - RomaSette, 11 dicembre 2018)

Commenti

Post popolari in questo blog

Perché le accuse di mons. Carlo Maria Viganò contro Papa Francesco sono vergognose

Le accuse mosse da mons. Carlo Maria Viganò contro Papa Francesco, che lo ha "pensionato", e colpevole di non averlo promosso come lui voleva (come anche Papa Benedetto XVI) sono vergognose. Bergoglio si trovava in Irlanda per la Festa delle Famiglie. Nella situazione difficile nel Paese, a causa degli scandali sessuali che hanno colpito la Chiesa cattolica nei decenni passati, sono stati diversi i temi che hanno caratterizzato la visita del Pontefice (25-26 Agosto), a partire dall'amore evangelico dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia . Dal canale TV2000 Youtube: C'è da rimarcare la risposta di Papa Francesco sull'aereo che lo riportava a Roma. Ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle accuse del presule italiano, ha risposto: "Ho letto il comunicato stampa. Lo avete anche voi, leggetelo e giudicate da voi stessi". Ha commentato con un "Giudicate voi", quindi, le parole del vescovo italiano. Sulla vice

Lo scandalo di padre Rupnik e le accuse delle religiose abusate: i gesuiti invitano a denunciare

Le accuse delle suore al gesuita Rupnik: «Voleva avere rapporti a tre a immagine della Trinità»    Il gesuita sloveno, 68 anni, e la serie di abusi fisici e psicologici dagli anni Novanta in Slovenia che hanno portato a una scomunica poi ritirata. Padre Johan Verschueren: «Per denunciare mandate una mail in inglese, francese, italiano, spagnolo, olandese e tedesco» Gian Guido Vecchi  CITTÀ DEL VATICANO - Si arriva a parlare di almeno nove donne abusate, tutte o in buona parte religiose. Ma finora il Vaticano tace, anche perché la vicenda arriva a lambire lo stesso Papa Francesco , per via di una scomunica dichiarata e poi ritirata dall’ex Sant’Uffizio nel giro di neanche un mese, e le informazioni filtrano con il contagocce dalla Compagnia di Gesù , che intanto invita «chiunque voglia fare una nuova denuncia o che voglia discutere di denunce» a contattarla. È destinato a crescere lo scandalo intorno alla parabola di padre Marko Ivan Rupnik , 68 anni, gesuita coltissimo, teo